Il Trequartista

Categoria: Uomini

Ci sono almeno due definizioni di TREQUARTISTA. Una più tecnica, applicabile anche ad altri sport, che trova una sua forma in diversi contesti e paesi. E’ il PLAYMAKER, el MEIA ATACANTE brasiliano o l’ENGANCHE argentino. E’ il gancio, colui che lega i reparti, che si fa dare la palla e guarda l’avversario e lo affronta, lo salta.  L’altra definizione è più ampia e trasversale. Essere un TREQUARTISTA è una filosofia dell’essere. Intanto è qualcosa che non è mai compiuto definitivamente. Sta a 3/4, attacca ma non è il terminale, rappresenta l’anello di congiunzione tra l’attacco e la difesa (in senso lato). Rappresenta l’anello di congiunzione tra i due poli, quello che manca, che risolve, che unisce attraverso l’imprevedibile. Cioè sta in una posizione che non è prevedibile perché fluida, liquida. Un po’ come la società moderna.

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E’ l’uomo che cambia, innova, dà una svolta. Rende possibile l’impossibile e lo fa in maniera inaspettata. Sa quando è il momento, e sebbene possa rimanere silente per molto tempo, quando decide di agire lo fa. A modo suo. Sempre a modo suo.  E’ perciò difficile da imbrigliare, ha bisogno di liberarsi (unleash) perché solo con la fantasia, la creatività, la leggerezza, un po’ di follia può essere decisivo. Perché, curiosamente, il trequartista ha il suo destino iscritto nel nome, almeno in italiano che di trequartisti ne ha da vendere. E’ artista: nel suo fare le cose c’è una ricerca estetica esasperata e un conflitto costante con sé stesso che lo rende quello che è. Non piace a tutti. Ma quando si materializza fa godere molti. E rimane impresso nella memoria delle persone perché quello che fa non lascia mai indifferenti. Nel bene o nel male, si ama o si odia. Polarizzante per definizione. Il trequartista muove sempre.
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Quando ho deciso di iniziare questo progetto, avevo ben chiari gli obiettivi.

“Sai”, mi han detto, “il trequartista è un ruolo che non serve più. Né carne, né pesce ha bisogno di trovare la sua collocazione, ma il calcio che sta cambiando non ha tempo per aspettare di capire quale sia.”

Io non c’ho mai creduto: ho sempre pensato che la fantasia, la tecnica, l’imprevedibilità, il genio (accompagnato anche dalla sregolatezza, a volte) troveranno sempre una posizione. Non solo nel calcio ma in tutti gli sport. Perché di questo stiamo parlando, di SPORT. E di trequartisti, vedrete con noi, ce ne sono sempre stati, ce ne sono e ce ne saranno in tutti gli sport, non solo il calcio.

Racconteremo le storie dei trequartisti, personaggi straordinari, nel senso letterale FUORI DALL’ORDINARIO, che ogni giorno fanno emozionare milioni di fans a tutte le latitudini, senza distinzione.

Le voci narranti di questo racconto sono anch’esse FUORI DALL’ORDINARIO.
Una è quella di un personaggio che allo sport dedica la sua vita e che, si direbbe oggi, è uno storyteller d’eccezione: Giorgio Terruzzi. L’altra è quella di una persona eclettica che passa con grande naturalezza dalla tv alla radio e che mostra sempre la sua grande curiosità e voglia di raccontare e trasmettere emozioni: Carlo Pastore.

Le voci saranno la spina dorsale di ciascun racconto, proprio perché questo sarà un percorso sonoro, acustico, vocale. Sentirete le loro e altre mille voci, suoni, rumori che vi emozioneranno puntata dopo puntata.

E ora indossate le vostre cuffie e partiamo.

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